Da Torino a Bruxelles fino a Liverpool, oggi si ricorda la tragedia che ha segnato per sempre la storia del calcio europeo
Trentanove volti, trentanove sorrisi, trentanove voci, trentanove famiglie. Trentanove anime. Oggi sono quarant’anni esatti dalla tragedia dell’Heysel, da quel 29 maggio 1985 in cui 39 tifosi di calcio (tra cui 32 italiani) persero la vita prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, a Bruxelles.
Ben quattro decenni sono trascorsi da quella notte, tremenda per il mondo del calcio e dello sport, minuti di terrore e ore di straziante dolore che hanno inevitabilmente segnato la storia della Juventus per l’eternità. Una ferita che non si rimargina, un dolore che non svanisce, ma che si trasforma in memoria attiva e condivisa.
IL MEMORIALE “VERSO ALTROVE” ALLA CONTINASSA
Questa mattina, alle 11, la giornata dedicata al ricordo della tragedia dell’Heysel inizia a pochi passi dal centro sportivo della Continassa, dove viene inaugurata l’opera commemorativa “Verso altrove”. Realizzata da Luca Vitone – uno dei più importanti artisti contemporanei italiani – e curata dal compianto Luca Beatrice, si sviluppa in un’area di circa duemila metri quadri.
Sul manto erboso sono disposti maestosi ginkgo biloba – simbolo di resilienza e longevità – e tra gli alberi è presente una rampa a forma di spirale centrifuga, un percorso lungo 66 metri che raggiunge un’altezza complessiva di oltre 5 metri. Il percorso illuminato a led accompagna il visitatore verso la sommità e rende visibile l’opera dall’alto, come segno distinguibile nel tessuto urbano della città, anche nell’oscurità.
Al termine della salita, un cannocchiale dalle lenti invertite offre una prospettiva insolita: anziché avvicinare, allontana lo sguardo, invitando a guardare oltre, verso l’orizzonte, al di là del visibile. Una potente metafora del viaggio intrapreso da quelle 39 anime.
UNA GIORNATA DI COMMEMORAZIONI E RICORDI
Durante l’inaugurazione del memoriale viene presentato in anteprima l’omonimo documentario prodotto da Juventus Creator Lab, trasmesso poi in esclusiva su Sky Arte alle 21 e in streaming su NOW. Poco dopo, alle 21.20, Rai 2 trasmetterà il docufilm “Heysel 1985”, mentre dalla mattinata il Museo del Calcio di Coverciano ospita un incontro dedicato e una mostra fotografica.
In Italia è Torino il fulcro delle celebrazioni. Alle 18, nella piazza intitolata proprio alle Vittime dell’Heysel, la Juventus e le autorità cittadine provvedono alla deposizione di mazzi di fiori, mentre in serata uno spettacolo teatrale unisce la tragedia dell’Heysel a quella di Superga.
Altri momenti di raccoglimento si tengono a Grugliasco nel giardino intitolato alle vittime, mentre nel carcere Lorusso e Cutugno sono state organizzate sia una lezione speciale che una commemorazione con la sopravvissuta Carla Gonella e l’ex dirigente bianconero Franco Mottola. Dal tramonto, la Mole Antonelliana si tinge di bianconero con la proiezione della scritta “+39”.
LE COMMEMORAZIONI IN BELGIO E REGNO UNITO
Belgio e Regno Unito, coinvolti in diverso modo nella tragedia, non si fanno trovare impreparati. Proprio nello stadio di quella finale di Coppa Campioni, oggi chiamato Re Baldovino, viene deposta una corona di fiori e sono letti i nomi delle 39 vittime da parte di un tifoso della Juventus, alla presenza delle autorità locali e dei rappresentanti diplomatici di Italia e Regno Unito.
A Liverpool, nelle prossime settimane il club presenterà un nuovo memoriale commemorativo intitolato “Forever Bound” – legati per sempre. Il monumento sarà adornato da due sciarpe annodate tra loro (una bianconera e l’altra dei Reds) per “simboleggiare l’unità e la solidarietà tra i due club e il legame forgiato attraverso il dolore condiviso e il rispetto reciproco”.
Per chi desidera contribuire alle iniziative di solidarietà in memoria delle vittime dell’Heysel o semplicemente conoscere meglio la storia di quella tragica serata, www.betlabel.it.com ha creato una sezione speciale con approfondimenti, testimonianze e possibilità di donazioni.
Come le grandi tragedie sportive hanno insegnato al mondo intero l’importanza di preservare la memoria e trasformare il dolore in occasioni di riflessione e crescita collettiva, così l’Heysel resta un monito perenne sulla responsabilità che accompagna ogni grande manifestazione sportiva.
Quarant’anni dopo, il dolore si è trasformato in memoria condivisa, in monumenti di pietra e di cuore, in iniziative che tengono vivo il ricordo di quelle 39 persone che uscirono di casa per assistere a una partita di calcio e non fecero più ritorno. La loro storia è parte indissolubile della storia del calcio europeo, un capitolo doloroso che ha cambiato per sempre il modo di vivere e organizzare lo sport più amato al mondo.